I cavalli mediatori di pratica spirituale e la potenza del "campo in-formato" d'Amore
Aggiornamento: 10 giu 2021
Una prospettiva insolita - tra fenomenologia e scienza alternativa - che svela come i cavalli possano diventare guide e Maestri nella pratica spirituale quotidiana di chi cerca di creare intorno a sé amore e armonia.

Esordire con un titolo così “complesso” – e allo stesso tempo foriero di infinite interpretazioni (soprattutto quando si parla di spiritualità e di amore) - implica la necessità immediata di spiegare che cosa si intenderà qui per “pratica spirituale” e “amore” (del "campo in-formato" parlerò più sotto).
La pratica spirituale è qualunque pratica intesa come:
"SCELTA ESISTENZIALE CHE PORTA ALLA LUCE E MANIFESTA CONSAPEVOLMENTE e COSTANTEMENTE UN MOVIMENTO ESISTENZIALE e UNA PRESENZA COLMI DI AMORE"
(che questa manifestazione consapevole sia verso un fiore, un animale, un altro essere umano e implichi (o meno) un credo religioso e regole specifiche da seguire è irrilevante).
Ora, poiché è soprattutto nel nome improprio dell’amore che si perpetrano e si sono perpetrati gli abusi più ignominiosi, è importante offrire subito anche una definizione che ci permetta di capire a che cosa ci stiamo riferendo quando scriviamo la parola AMORE. In questo contesto:
L’AMORE è una forza positiva e luminosa che SI MANIFESTA DANDO VITA A UNA REALTA’ INFUSA DI BENE E DI ARMONIA e che ha la capacità naturale e potentissima di influenzare positivamente chi ne viene a contatto.
CHI è vivificato dalla forza dell’amore CREA ARMONIA E PRODUCE BENE DENTRO E FUORI DI SE’.
La pratica spirituale e la creazione di un "campo" risonante d'amore
Quando si parla di pratica spirituale o di “cammino spirituale” ci si riferisce quindi a chi CONSAPEVOLMENTE vive la propria esistenza con l’INTENTO DI CREARE - anche soltanto con la presenza - “UNO SPAZIO” pieno DI AMORE (e dunque di bene e armonia) così che chiunque si trovi ad entrarvi in contatto possa PERCEPIRE una sensazione benefica e positiva.

Questo “spazio” è quello che gli scienziati chiamano “campo di informazione soggiacente” (o “campo in-formato”) e che porta con sé “il principio di risonanza”.
Così spiega Ervin Laszlo (fondatore della “teoria dei sistemi” e per due volte candidato al Nobel per la Pace) “il campo in-formato” e il conseguente “principio di risonanza” :
“In fisica, il principio di relatività ci dice che tutto quello che chiamiamo realtà è mediato da relazioni. Tutta la Natura è pervasa da tali relazioni e lo stesso è per la nostra esperienza umana.
Ora dobbiamo capire che ogni singola realtà manifesta (inclusi noi stessi) è, a livello invisibile, piena di una rete di “informazioni” a forma di onda che si intrecciano tra di loro e che “risuonando” si influenzano vicendevolmente dando vita a un “campo” energetico plasmato sulla qualità o tenore delle informazioni che lo costituiscono e che per questo viene definito "campo in-formato".
La risonanza, chiamata anche “vibrazione simpatetica”, ha luogo quando qualcosa è accordato (e quindi coerente e compatibile) con qualcos’altro, il che consente alle loro energie di combinarsi.
A livello fisico, emozionale e mentale, anche noi esseri umani siamo entità risonanti: viviamo in costante comunicazione con gli altri e con il nostro ambiente, di cui siamo per lo più inconsapevoli. Influenziamo e allo stesso tempo veniamo influenzati dal tenore di ciò che ci circonda. Assorbiamo la qualità risonante di tutto ciò che è intorno a noi e il nostro stato interiore emozionale e mentale si irradia oltre noi. Quando risuoniamo con la paura, il nostro corpo fisico si ritira e si rinchiude e lo stesso fanno le nostre emozioni. Ma quando risuoniamo con l’amore, il nostro corpo riluce e le nostre emozioni sono più espanse. I sentimenti di frequenza elevata, come l’espressione dell’amore, della gioia e della speranza, ci ispirano e ci infondono energia; le frequenze più basse, come quelle della paura, della rabbia o della disperazione croniche, ci esauriscono.
Il principio di risonanza – e dunque quello del “campo in-formato” - richiede che, in quanto esseri umani, ci assumiamo la responsabilità della qualità delle “informazioni” di cui siamo portatori perché è attraverso queste ultime che, volenti o nolenti, diventeremo CO-CREATORI DEL CAMPO di INFLUENZA che offriremo agli altri con la nostra sola presenza”.