"L'amore si impara", diceva il sociologo Leo Buscaglia che per anni ha tenuto corsi sull'amore nelle università americane.

In questa frase è racchiusa, per me, il segreto del nostro vivere e del nostro agire: la necessità di apprendere e decifrare il linguaggio dell'amore e delle emozioni perché non esiste scelta che non sia "emozione in atto", anche quando ci sembra che a decidere sia la sola ragione e anche quando ci pare che nulla, in noi, si stia muovendo.

Imparare il linguaggio delle emozioni e modalità funzionali per le nostre relazioni affettive vuol dire non essere più agìti inconsapevolmente da dentro da obsoleti dettami patriarcali, ma essere in grado di compiere scelte in linea con i nostri bisogni e desideri più veri, liberandoci da quelle maschere e dai quei condizionamenti che sono all'origine della nostra insoddisfazione e infelicità individuale e relazionale.

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Così se è vero che le emozioni non si imparano perché sono innate, è altrettanto vero che l'INTELLIGENZA EMOTIVA che presiede l'acquisizione di un alfabeto emotivo; il riconoscimento e la distinzione delle emozioni e il messaggio di cui sono portatrici; la capacità di comunicare i nostri stati d'animo; la capacità di gestire le nostre REAZIONI in modo funzionale e non distruttivo; la capacità di empatizzare con gli altri e quindi di ridurre il livello di rabbia, disprezzo e odio di fronte alle situazioni difficili; la possibilità di acquisire competenze relazionali si insegna eccome.

E si potrebbero insegnare anche a scuola, volendo.

Partire da noi stessi significa CONTRIBUIRE IN PRIMA PERSONA E SUBITO alla trasformazione di una società che non può più aspettare dettami dall'alto per scoprirsi veramente umana e dire basta alla violenza a tutti i livelli.