Un cavallo per Maestro
- Alessia Giovannini
- 3 lug
- Tempo di lettura: 5 min
di Marta Valota
L’antico e straordinario potere dei cavalli, animali sensibili e fedeli alleati dell’uomo, è in grado di rappresentare una via di accesso alla consapevolezza, alla guarigione e all’equilibrio spirituale

Ritornare a se stessi riconoscendo le proprie emozioni e paure attraverso un percorso spirituale mediato dai cavalli: è questo l’approccio terapeutico che caratterizza il lavoro di Alessia Giovannini, counselour e floriterapeuta, che dopo aver sperimentato su se stessa il potere curativo di questi animali, ha deciso di perfezionare i suoi studi all’estero, per poi diffondere questo percorso in Italia dal 2012.
Aiutarsi per aiutare
Per Alessia, tutto inizia durante un’attività quotidiana di supporto a un gruppo di madri che avevano perso un figlio adulto: a un certo punto si rende conto di non essere in grado di rielaborare il dolore con cui inevitabilmente entra ogni giorno in contatto. Mentre è alla ricerca di qualcosa che la faccia stare meglio, si ricorda degli animali per i quali ha avuto una predilezione fin da bambina: i cavalli, appunto. Inizia così a passare del tempo in loro compagnia, riuscendo gradualmente, giorno dopo giorno, a trovare la centratura di cui aveva bisogno per essere di sostegno agli altri.
“Ho capito che questa esperienza mi rilassava” racconta Alessia “e mi regalava uno stato di calma che a sua volta si trasferiva anche ai cavalli”. Le ore scandite dal brucare placido, con lo sguardo rivolto verso qualcosa di lontano, di “infinito”, si rivelano presto una medicina e un’opportunità per sperimentare una sensazione di unità con il tutto. Immersi in questo stato di quiete, il dolore umano, fino ad allora celato, viene percepito e razionalizzato, e con i cavalli si instaura un legame speciale.
Per sceglierci in totale libertà, i cavalli ci chiedono di imparare un linguaggio dell’essere che sia per loro comprensibile: il linguaggio della consapevolezza, dell’attenzione, dell’autenticità e dell’amore verso noi stessi e gli altri
“Il senso del branco per loro è molto forte” prosegue Alessia. “Entrare nel recinto e varcare la soglia del loro spazio vitale, mi ha permesso di diventare parte del gruppo”. Ed è in questo momento che il cavallo diventa vero maestro di ascolto, costituendosi di fatto come tramite di riconnessione tra noi e il resto del mondo, ma prima di tutto tra noi e il nostro Io più profondo.
Oltre a infondere calma, il suo potere di guarigione sta nella capacità di amplificare e trasmettere visivamente quello che abbiamo dentro, di cui non abbiamo consapevolezza o che non riusciamo a capire. Così, in un recinto dove ci sono cavalli calmi, sereni e liberi di muoversi nel loro spazio, questi si allontaneranno dalle persone incongruenti o in forte conflitto con se stesse e si avvicineranno invece a chi è in pace e ha il coraggio di dare un nome alle proprie emozioni e riconoscere il proprio disagio.
"Il cavallo agevola la consapevolezza e ci riconnette con ciò che ci circonda"
Dalla rivelazione del sé al contagio emotivo
Così, l’introspezione e il cammino spirituale diventano meno tortuosi, proprio grazie a questi animali dal potere segreto, che diventano lo specchio dell’anima della persona che è accanto a loro, alla ricerca di sé. Il cavallo diventa mediatore e medicina al tempo stesso, dal momento che agevola la consapevolezza e ci riconnette con ciò che ci circonda. A quel punto, siamo pronti a ripartire e ad aprirci all’altro, finalmente in uno stato di pace.
Con la loro empatia, delicatezza e socialità, i cavalli dimostrano non solo di essere affini all’uomo, ma che di assomigliargli molto: se un esemplare viene ignorato e lasciato in solitudine si spegne a poco a poco, s’incupisce e si lascia andare, come accade a noi.
In questa dimensione comunicativa, in cui umano e animale si comprendono attraverso un linguaggio fatto di gesti ed emozioni, avviene uno scambio di cui anche i cavalli beneficiano. “Nel momento in cui ne accarezzavo uno, questo si rilassava e iniziava a masticare, segno inequivocabile di rilassatezza e calma” racconta Alessia. “La cosa curiosa è che, in automatico, venivano contagiati emotivamente anche tutti gli altri, manifestando tranquillità con lo stesso gesto del masticare”.
Maestri di consapevolezza da millenni
Dopo quel primo riavvicinamento personale ai cavalli, Alessia decide di approfondire l’argomento e di andare in California, dove da oltre vent’anni i cavalli più anziani e con più esperienza, affiancano i terapeuti nei percorsi di consapevolezza.
“I cavalli non solo sono animali capaci di offrirci quel senso di libertà e quella sensazione di amore e di dedizione che spesso sperimentiamo in loro presenza o sul loro dorso. Sono molto di più: posseggono un potere straordinario conosciuto da millenni, quello di sentire, riconoscere e svelarci il nostro essere più profondo e autentico” spiega Alessia.
“Per centinaia di anni, hanno accompagnato l’uomo in un viaggio di connessione assoluta con se stessi e con la natura, al di là dei limiti consueti e oltre la consapevolezza ordinaria. Sono stati e sono maestri, guide e compagni ineguagliabili”.

Pensiamo alle tradizioni dei nativi: “yuptala” nella lingua dei nativi americani significa “essere un tutt’uno”. E loro lo erano con il proprio cavallo. L’animale, infatti, non veniva cavalcato in assenza di una relazione particolare e di una connessione reciproca. Una cosa simile, ma forse ancora più profonda, riguarda la tradizione cherokee dove la malattia, intesa come frammentazione dell’anima, veniva affrontata con l’aiuto dello sciamano e dei suoi “medicine horse”, ovvero “cavalli-medicina”. In tal senso, i percorsi spirituali mediati dai cavalli hanno l’obiettivo di riportarci a una dimensione altra e di affrontare i traumi interiori.
“Oggi, quel potere rispettato, onorato e talvolta venerato dalla saggezza dei popoli antichi è stato riscoperto in paesi come gli Stati Uniti, l’Inghilterra e la Francia, e molte realtà, tra cui Eagala (Equine Assisted growth and learning association, associazione per la crescita e l’apprendimento assistito dai cavalli) o il centro Epona, offrono anche percorsi per operatori” continua Alessia.
Le pratiche di consapevolezza mediate dai cavalli liberi
Come termometro delle nostre sensazioni e ponte verso la nostra anima, il cavallo ci aiuta a interpretare le nostre paure più recondite a e a gestirle. Alessia Giovannini ha iniziato a promuovere anche in Italia seminari di una o più giornate e percorsi strutturati in più incontri con cavalli spesso dismessi o considerati inadatti alla monta. Nel farlo, si è ispirata ai principi dell’ “equine guided learning” (“insegnamento guidato dai cavalli”), una disciplina che dagli anni ’90 propone percorsi di crescita personale mediati dai cavalli, basati sulle antiche tradizioni.
“Durante gli incontri, rallentiamo il tempo, per darci la possibilità di capire ciò che sfugge alla nostra attenzione, per riflettere, per sentirci, per confrontarci, per comunicare e per ricordarci chi siamo veramente” racconta Alessia. “Esploriamo i nostri bisogni e le nostre aspettative, cerchiamo di ascoltare le nostre emozioni e dare loro un nome. Nei seminari dedicati alle relazioni, esploriamo la nostra idea di amore e prendiamo consapevolezza di ciò di cui abbiamo veramente bisogno per realizzare una connessione profonda con l’altro. I cavalli ci offrono l’opportunità di capire e sperimentare un modo più autentico di stare al mondo e interagiscono con noi rispecchiando il nostro essere più profondo. Il potere dei cavalli di percepire anche le più sottili incongruenze nell’ambiente che li circonda li mette nella condizione di leggere la nostra energia e di darci un feedback costante”.
Ciò che conta è l’autenticità
Una volta entrati nello spazio dei cavalli, ciascun partecipante deve scegliere il proprio e da lì inizia il percorso. Se il cavallo si allontana, non significa che non voglia essere scelto, ma che avverte qualche contraddizione. “Il lavoro può essere fatto anche simbolicamente, concentrandosi fin dal principio sulla scelta del cavallo e sul perché si sia scelto quello piuttosto che un altro” aggiunge Alessia. “I cavalli, dal canto loro, per sceglierci ci chiedono di imparare un linguaggio dell’essere che sia per loro comprensibile: il linguaggio della consapevolezza, dell’attenzione, dell’autenticità e dell’amore verso noi stessi e gli altri”.

(Articolo uscito sul mensile Terra Nuova a maggio 2016)
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