Il richiamo dell'anima - Cronaca di un incontro straordinario

Nella mia attività di sostegno e nei miei laboratori o seminari (anche quelli con i cavalli) c’è un leit-motiv che accompagna i miei passi: la certezza che dentro di noi ci sia una parte illuminata, eterna, consapevole, una parte costantemente in contatto con la Sorgente da cui proveniamo e che sa tutto di noi: del nostro passato, del nostro presente, della nostra missione. Questa parte di noi ci parla, ci guida in ogni istante: lei è sempre presente, siamo noi ad essere distratti e lontani.
Io chiamo questa parte Anima, Io Superiore, Coscienza Superiore: poco importa il nome che le viene dato. Di certo, la nostra Anima ha una voce: e la sua è una voce così delicata che bisogna fare silenzio per poterla udire. Talvolta la paragono a una melodia di sottofondo in una stanza affollata e rumorosa, mi immagino una festa e invitati che parlano, urlano, troppo presi da altro per potersi accorgere di lei, anche se lei si diffonde in ogni angolo delicatamente e amorevolmente…

E’ in virtù di questa certezza che il mio “compito” di sostegno consiste soprattutto nell’aiutare le persone ad udire questa voce. Allo stesso modo, il mio intento di essere umano è quello di rimanere in contatto con lei, con la Voce della mia Anima e di pormi in suo ascolto soprattutto quando ho la sensazione che i rumori di dentro, i pensieri, le preoccupazioni, le emozioni negative stiano riuscendo a farla tacere. Se non riesco a sentirla, so che non dipende da lei, ma da me. In quei momenti, rimango in attesa, come chi aspetta il sole dopo giorni di pioggia perpetua: con la certezza che prima o poi arriverà. Talvolta riesco facilmente nell’intento; talvolta ho bisogno di giorni interi e di piccole lotte interiori contro quei pensieri e quelle emozioni che prendono il sopravvento su di lei prima di poterla udire di nuovo. Spesso è più facile ascoltarla mentre mi racconta di altri, mentre mi sembra di perderla proprio quando ho bisogno che venga a rassicurare me.
Ad ogni modo, io so che c’è, sempre. E so che è lei ad aspettarmi quando io perdo il contatto. E ho imparato a seguirla ogni volta che mi chiama. L’ho fatto quando ho lasciato l’Italia per andare a vivere in California e fare lì il mio apprendistato da terapeuta psicospirituale (era il 1999...) e lo faccio ogni volta che ne riconosco il timbro e la melodia.
Spesso, quando si manifesta in maniera così impellente, io so che mi sta conducendo verso quelli che io chiamo “appuntamenti con il Destino”. Per questo, se possibile, cerco di essere vigile quando i segnali di un appuntamento si manifestano per potermi dirigere lì dove so che qualcosa di importante mi attende.

Ho fede e fiducia nella mia voce e quando la sento, mi ritrovo viaggiatrice (io che sono di solito così stanziale) e mi metto in viaggio, con la curiosità e la passione di un’eterna allieva…
Quello che segue è il racconto di un viaggio e di un incontro straordinario, avvenuto veramente nella mia vita nel 2010 e che vorrei condividere in questo momento così difficile per tutti, nella speranza che la consapevolezza di qualcosa di Altro (magari di più Grande e benevolo) di noi ci possa accompagnare e dare conforto!
Buona lettura!
ERA UNA NOTTE DI DICEMBRE...
Era il 2009. Feci un sogno, una notte di dicembre.
Nel sogno accompagnavo qualcuno da una cartomante. Dopo la lettura delle carte (di cui ricordo solo poche parole, non dirette a me, ma a chi si stava facendo leggere le carte: “Bene, una situazione si conclude e un’altra ne inizia, molto positiva”), la cartomante si volgeva verso di me e mi chiedeva: “Tu fai un lavoro particolare, vero?”
“Sì” rispondevo. “Mi occupo di spiritualità”. Non specificai, ma la cartomante aggiunse: “Sì lo so. Tu vieni da Sian, appartieni al sianismo e conosci i segreti dell’Aquila”.
Mi svegliai immediatamente. Il mio primo pensiero fu che la cartomante si fosse sbagliata. “Forse voleva dire Sion e sionismo” pensai, mentre mi veniva in mente il Priorato di Sion e tutta la saga del Santo Graal.
Subito però accesi il computer e, controllando su Google, digitai “Sian”. Con mia immensa sorpresa scoprii che Sian esisteva: si trovava nello Yucatan messicano, ed è una biosfera oggi protetta, oltre ad essere un antichissimo sito Maya (Tulum).

(In realtà, il suo nome completo è “Sian Ka’a” che in lingua maya significa “Porte del cielo” e avrei scoperto in Messico che questa è una errata interpretazione, dovuta a una trascrizione sbagliata e che il significato di “Sian Ka’a” è “Coloro che sono nati nell’Infinito”)…
Immediatamente, Controllai poi se ci fosse una connessione tra i Maya e l’aquila e naturalmente c’è: l’aquila è uno dei simboli Maya per eccellenza, rappresenta l’Est, il Sole, il Grande Spirito…
All'epoca, non sapevo nulla dei Maya, se non il riferimento ormai ubiquo delle Profezie del calendario maya sul 2012 (di cui non mi ero mai particolarmente interessata nei miei studi spirituali, perché ero convinta che si trattasse di una serie di eventi già in corso legati a un nuovo ciclo cosmico di Consapevolezza più elevata).
Non feci in tempo ad alzare gli occhi dal pc che la mia Voce interiore mi precedette: “Devo andare là”, mi dissi.
Non saprei spiegare la frenesia da cui fui travolta. Sentii che dovevo andare e dovevo farlo presto (non perché dopo sarebbe stato impossibile, ma perché avevo paura che quell’impulso svanisse…).
Non mi dilungo nei dettagli di preparazione del viaggio: dico solo che il passaporto (scaduto da dieci anni) mi venne rifatto in due giorni grazie a un amico e io riuscii a trovare alloggio sulla spiaggia a cinque minuti da Sian Ka’a (quegli alloggi oggi non esistono più...).
Il 14 gennaio 2010 ero in partenza per lo Yucatan insieme ad Alice, diretta a Sian Ka’a.
Quando raccontavo del sogno prima di partire, tutti mi chiedevano se sapessi che cosa stessi andando a fare. A tutti rispondevo che non lo sapevo e che non avevo aspettative, ma che se la mia Anima mi stava conducendo là, un motivo c’era sicuramente e si sarebbe rivelato.