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... E chissà, chissà domani...


… Chissà se dopo, quando tutto questo sarà finito, guardandoci allo specchio non ci limiteremo più a vedere la nostra bellezza o bruttezza, ma riconosceremo un corpo di cui prenderci cura non solo nelle sale chiuse e sudate di una palestra, ma tutti i giorni. Un corpo da nutrire bene, da tenere in salute, da amare come un tempio e da preservare come un diamante prezioso e non da trattare come un campo da avvelenare o stanza degli orrori da demolire.

… Chissà se, accendendoci l’ennesima sigaretta, ci ricorderemo dei nostri polmoni e di come ci abbiano protetto in un momento di difficoltà e se, ad ogni respiro di fumo, ci riprometteremo di smettere prima o poi e ci impegneremo a farlo o se continueremo a dire “domani” e a buttare giù aria avvelenata.

… Chissà se prima di spendere 300 euro per un paio di scarpe ci fermeremo, pensando che il benessere economico non è certezza garantita e che se è vero che le cicale godono di più, è vero da millenni che le formiche resistono più a lungo perché sanno che dopo l’estate arriva l’autunno e poi l’inverno e le provviste prima o poi scarseggiano.

… Chissà se, la domenica, prima di riversarci in massa nei centri commerciali con i nostri bambini, ci fermeremo e sceglieremo, invece, di portarli a fare una passeggiata al mare o al lago o in campagna, a respirare l’aria buona e a nutrirli di ossigeno e di salute.

… Chissà se prima di dire “Non ho tempo”, avremo fatto spazio nelle nostre vite per abbracciare un amico senza l’orologio in mano, lasciando che il tempo insieme diventi dono d’amore libero di fluire e non i soliti minuti strappati e rubati a tutto il resto da fare che “accidenti è già tardi”.

… Chissà se, se scegliendo come disporre delle nostre giornate, avremo fatto pulizia e distinto tra “necessità” e “superfluo”, tra “indispensabile” e “non necessario” tra “prioritario” e “secondario” e se, nel tempo che abbiamo avuto per ascoltarci, abbiamo riconosciuto i nostri bisogni profondi e promesso di creare modo e spazio per onorarli.

… Chissà se, tra una pulizia e un applauso sui balconi e una torta da preparare e ore lente di fronte alla tv, abbiamo avuto modo di fermarci e di sfogliare i nostri sogni dimenticati in un cassetto e li abbiamo rispolverati, promettendoci di inseguirli ancora e presto ci impegneremo a fare il primo passo.

… Chissà se, dopo tanta paura, avremo fatto pace con la nostra vulnerabilità e la nostra provvisorietà e se guardando avanti, non daremo più niente per scontato e i nostri progetti da realizzare appariranno come riti di creatività da compiere con la benevolenza del cielo e non atti onnipotenti e dovuti ad ogni costo.

… Chissà se, tornando a camminare per strada e incrociando un passante, lo vedremo come un “fratello” di fragilità e paura o come nemico da cui tenersi a distanza e da scacciare se si avvicina troppo.

… Chissà se, tornando a disporre del nostro tempo, il “dopo” e il “domani” saranno promesse da mantenere e non parole gettate nel vuoto, nella speranza che un vento se le porti via e ci liberi dall’impegno di doverle onorare.

… Chissà se, dopo avere temuto di perderle, abbiamo capito chi sono le persone che amiamo davvero e chi vogliamo davvero al nostro fianco e se ce le andremo a prendere quelle persone o se continueremo a tappare e a confortare le nostre solitudini con chi ci capita di avere accanto e non chi abbiamo scelto con tutta l’anima e chissà se, dopo, avremo il coraggio di liberare chi non amiamo abbastanza perché possa, un domani, trovare un amore sincero e non oboli quotidiani da pagare in cambio di una convenienza povera di sentimento che si chiama “opportunismo”.

… Chissà se, accucciandoci di notte nel nostro letto, avremo imparato ad amarci un po’ di più e ci ricorderemo ogni sera, anche per un solo minuto, di ringraziare quei miliardi di cellule che ogni giorno faticano per disintossicarci dai veleni di pensieri, emozioni e cibi di cui le inondiamo e se, prima di addormentarci, ringrazieremo tutte le cose belle che abbiamo temuto di perdere e che, tuttavia, ci restano e chissà se finalmente le vedremo come un dono quotidiano concesso dalla bellezza della vita e non come obbligo di risarcimento per il solo fatto di essere vivi e di respirare.

… Chissà se, in tutto questo tempo, stiamo imparando un po’ di amore per noi stessi e per gli altri, o se ne usciremo vivi, ma più arrabbiati e sfiduciati e sospettosi di prima e con più voglia di rivalsa verso la vita e di acrimonia e di cinismo e di cose tolte da recuperare a discapito di un altro.

… E chissà se in tutto questo tempo difficile, ci stiamo prendendo il tempo di capire che il modo in cui torneremo a guardare il mondo dipenderà da quello di cui ci stiamo nutrendo in questo preciso istante e che saranno l’Amore o la Paura che stiamo coltivando adesso che coloreranno il nostro domani e che il paradiso e l’inferno sono già dentro di noi perché esiste un solo tempo, un tempo infinitesimale che nutriamo dentro di noi da soli come un seme di maestosa quercia o come ribollire infuocato di vulcano; come futuro riparo e carico di frutti da dividere con i nostri simili o come lava e lapilli di distruzione da far esplodere alla prima minaccia.

… E chissà se stiamo facendo la scelta giusta, proprio ora. Ora che è già domani. Ora che è già Bellezza da riscoprire o Incubo da scacciare. Ora che “siAMO Noi” insieme o solo un piccolo “io” da proteggere egoisticamente.

Ora che stiamo dando vita al nostro futuro, di Amore o Odio, senza sapere di esserlo già.

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